Ho scoperto il perché delle mode

Io me li immagino così quelli che decidono le mode: degli scienziati sociali e degli antropologi riuniti intorno ad un tavolo. Ci studiano e stanno cercando di capire quanto l’essere umano possa essere manipolabile e lo fanno con l’invenzione dei “capi trendy”. Stagione dopo stagione, la discussione fra di loro deve andare più o meno così:

– “Dunque, cari colleghi, a che punto siamo arrivati?”
– “Spalline fatte. Chiappe con perizomi che escono dai pantaloni, fatti anche quelli. Piuttosto… com’è andata la prova con i jeans completamente lacerati in inverno?”
-“Hanno abboccato!”
-” Tutti? Uomini e donne?”
-“Sì, tutti!”
-“Mmm… iniziamo ad andare sul difficile, non rimane molto da provare. Ma qualcuno ha i dati finali dell’esperimento scarpe senza calzini e caviglie scoperte grazie al risvoltino, da usare solo con temperature attorno ai 2°C?”
-“Sì, sono arrivati oggi: è piaciuto moltissimo.”

A questo punto, tra luminari che si guardano smarriti, chi si gratta la testa, chi sfoglia i documenti con gli esperimenti degli anni prima, si alza una voce, una voce di donna:

-“Ok, ci sono: ne ho una impossibile: gonna corta con gambe nude in novembre, dicembre e gennaio! Un doppio disagio: freddo e annoso problema della depilazione che si ripropone anche in quei mesi in cui si poteva stare un po’ tranquille. Vedrete che a questa si opporranno di certo! Che ne dite? Procediamo? ”

[E niente, sono tornata da Milano]

16 pensieri riguardo “Ho scoperto il perché delle mode

  1. Poi ogni tanto tornano gli anni 80… che non mi dispiacciono ma vedere orde di ragazzini che in quegli anni non erano nemmeno stati pensati dai genitori mi fa salire il nervoso.

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    1. A me non da’ nessun problema vedere persone che hanno stili di epoche in cui non erano nate, ad esempio gli anni venti secondo me sono bellissimi, io più di qualche cappellino in qualche periodo non ho osato, ma ci sono persone con quello stile e mi piace molto vederle. Il problema è l’essere pecore, senza una propria interpretazione e un proprio gusto. Buttare via vestiti perfetti solo perché “non più di moda”, aspettare che sia sempre qualcuno a decretare cosa ti deve piacere…

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      1. Se uno ha un proprio stile da sempre neppure io sono contraria anche perchè spesso uno stile specifico viene arricchito negli anni senza perdere ma acquisendo genuinità. Le orde di ragazzini cui mi riferivo erano proprio le pecore di cui parli tu: Gente che un anno è così e quello dopo è cosà perchè così decide qualcuno per loro. E quello che mi fa incazzare è la mancanza di cultura di base ovvero quella cultura primigena da cui, per esempio, gli anni ’80 sono nati. Farli diventare una moda è proprio sintomo del desiderio di svuotare un modo di vestirsi che aveva i suoi perchè. Perchè che nella mente dei poser di oggi quella cultura è ben lungi anche dallo sfiorare la loro anticamera del cervello.
        A me piace molto lo stile Skinhead (da non confondersi con gli skin politicizzati, perchè era un movimento apolitico e popolare) ma non mi sogno minimamente di farmi il taglio di capelli delle ragazze skin: ovvero il “chelsea” (frangia, capelli lunghi davanti e rasati dietro), per una questione di rispetto verso una cultura che non mi appartiene (oltre ad essere ridicola a 38 anni suonati imho ma è un retromotivo che supererei se fossi invece convinta) e che per quanto possa piacermi a livello estetico non incarno.
        Cmq ieri sera qui c’era un vento gelido e c’era una tizia senza calzini alla fermata. Brrrr!
        P.s. quando fanno il cambio e buttano via roba nel palazzo io la recupero e se non mi piace o non mi va la riciclo.

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      2. Sicuramente quella tizia senza calzini alla fermata fa parte della popolazione di riferimento delle indagini sociologiche di cui sopra 😉 Mi immagino un tizio in camice bianco che mette l’ennesima X in una casella 🙂

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      3. Ma parliamo per esempio di quei pantaloni larghi e abbastanza corti al polpaccio che vanno ora. Che se non sei una stanga di un metro e novanta guai a te. Se li vedi indosso a certa gente (tipo me)… uuussignuuur!
        Io non ho uno stile rigido sempre uguale a se stesso: indosso quello che mi piace e soprattutto mi sta meglio. Più che altro jeans e camice. Amo i tubini ma non oso metterli perché sembrerei tutt’altro che Audrey. E se per caso incappo in qualcosa anni ’70 chissene se va o non va di moda! 🙂

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  2. Uuuuuuhh, i jeans “all’acquaincasa” come diciamo da queste parti… Quelli mi fanno un sacco ridere!
    Io con le mode ho un rapporto di odio viscerale: non riesco proprio a partecipare, non riesco proprio.
    È stata difficile lo scorso anno con quei pantaloni a vita bassa vista-chiappe, molto difficile. Meno male che mamma sa cucire più che bene e mi ha fatto dei pantaloni che mammamia… 🙂

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    1. Il problema delle mode è proprio quello, che anche se non vuoi seguirle sei costretta lo stesso! Prova a trovare un pantalone a vita alta quando gli scienziati sociali hanno decretato che è l’anno chiappe+periziomi 🙂 L’ideale sarebbe essere capace di farseli, sei fortunata ad avere una madre capace! Io avevo acquistato in comproprietà una macchina da cucire sei anni fa, ma più di qualche semplice borsa, astuccio o orlo non ho mai fatto. Ora una mia amica ha fatto quell’investimento e il suo obiettivo è trovare una serie di modelli basic e semplici da riprodurre in diverse varianti, per la stessa ragione di cui parlavamo prima. Se diventa brava mi farò fare i vestiti da lei 🙂

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      1. Stesso obiettivo che sto cercando di raggiungere io: ho precettato mamma e stiamo iniziando un corso di cucito privato. Magari divento famosa, chissà… 😀
        Anzi, se riesco a far qualcosa di indomabile apro una rubrica speciale sul blog, va’! 😉

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