Mantenere la felicità

Oggi è una di quelle giornate umoralmente faticose. Ieri scoppiavo di contentezza, nella mia testa regnava sovrano un pensiero: la vita è un’esperienza meravigliosa.
Stamattina, non so perché, forse complice un’email stonata, ho questa sensazione spiacevole dentro. Ed è una sensazione vischiosa, che mi resta incollata mentre faccio le cose che dovrei fare: mi fa sembrare inutili e ridondanti i blog che leggo, mi fa sembrare insopportabile la poca luce che c’è in cucina, mi fa guardare le viole che ho raccolto ieri senza provare la stessa contentezza dello sguardo che si riempie di colori e forme armoniche.

Allora ho chiuso il computer, ho preso libri e quaderno e mi sono messa in giardino, a scrivere su carta. E mi ha fatto bene. E’ stato come riportare al centro pensieri e sensazioni, analizzandone le cause e gli effetti. Ma soprattutto mi ha fatto bene perché ho reagito e questo è l’importante. Già altre volte mi era capitato di svegliarmi la mattina con pensieri ombrosi in testa ed è bastato pensare di volerli allontanare e sorridere per farmi stare meglio e  iniziare la giornata con il piede giusto. Sì, sorridere. E’ incredibile il potere che può avere un bel sorriso vero e sentito stampato in faccia di prima mattina. Cambia tutto.

E allora questo mi è diventato chiaro: che la felicità – come tante cose belle e importanti della vita – ha bisogno anche di allenamento. Perché sono tante le cose che possono turbarla, cose che vanno a toccare i nostri punti deboli, le zone scoperte che si hanno. E va bene. Va bene così. Che questi punti vengano toccati, che questa zona sia dolente se sfiorata, perché mi dice che esiste, che c’è qualcosa di irrisolto da risolvere, è una parte di me che mi reclama( “Ehi, ci sono anche io!”), con cui ho conti in sospeso e il conto ogni tanto si ripresenta. So che non potrò pagarlo tutto in una volta, ma come tutte le cose grandi, affrontate pian piano si ridimensionano e diventano gestibili.

E così mi metto a pensare tutto ciò che di bello ho da fare questo week end: andare in radio, sentire il concerto di un bellissimo gruppo di musica popolare, festeggiare il 25 aprile con gli amici, tra colazioni, gite al Casone Partigiano e forse al Pratello, poi andare a trovare una persona che tempo fa si è presa molto cura di me e che ora non se la sta passando bene ed è il momento di prendermi cura di lei e infine passarmi una serata con un’amica carissima che non vedo da tempo.

A pensarci bene, proprio ora, mentre scrivo, mi appare come un’illuminazione il collegamento a questa mia sensazione con il tema della Resistenza. E mi ritorna in mente quello che ho scritto in questo post. E a distanza di quasi un anno mi fa bene rileggerlo, rileggermi. E confermare che sì: per mantenere la felicità bisogna allenarsi alla felicità. Resistere, resistere, resistere alla mancanza di felicità.

Buona Resistenza!

3 pensieri riguardo “Mantenere la felicità

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